puntata 11
28 Ottobre 1945
OTTOBRATA IN VALCHIUSELLA
La documentazione d’archivio della prima Ottobrata è del 1945 con la manifestazione svoltasi in Valchiusella. Gita rocambolesca con trasporto dei gitanti su due autocarri sotto una leggera pioggia, S.Messa nella chiesetta di Meugliano celebrata da Don Tapparo e pranzo sociale da abbondanti viveri propri e ampie libagioni.
Questo il racconto dell'ignoto cronista.
Ore 7.30 arrivano gli alpinisti al posto di convegno, piazza Tripoli si anima, il gruppo davanti al caffè Muzio si ingrossa. Sono arrivati anche da Torino e da Gassino traghettando il Po per passare una giornata in montagna.
Con buon ritardo arrivano i due camions salutati dalle prime gocce di pioggia. I camions sono presi d’assalto, questa volta ci sono anche le panche, ci si può sedere comodamente e c’è anche un tendone impermeabile ma mancano i sostegni, beh tanto piove poco, lasciamolo sulla cabina. Si infilano passamontagna, guantoni, e mantelle e si parte.
Il panorama è bello: il cielo grigio, le foglie gialle, il Chiusella in secca, qualcuno, avviluppato nella mantella nera , si arrampica sulla cabina, impugnando il nostro glorioso gagliardetto. E’ così che si entra nel tranquillo paesino di Meugliano gentilmente accolti dagli abitanti.
Dato il cattivo tempo, la progettata Messa al campo si cambiò in una Messa nella deliziosa chiesina di Meugliano che mai vide una folla così devota.
All’harmonium il M° Don Giuseppe Rivara, parroco di Meugliano, al coro le prime voci assolute Marina Asigliano e Oscar Ros, serve Pier Sandrino Muzio, funge da sacrista Cichin Anselmi e al vangelo così parla, commosso, Don Tapparo:
< Le prime parole che io rivolgo come sacerdote, dopo il mio rientro in questa povera Italia, sono per voi, amici compagni carissimi di gita. Lietifichiamo da buoni cristiani le nostre gite di montagna, cerchiamo di non offendere mai il Signore e pregate con me, per i tanti morti di questa terribile guerra>
Le parole del nostro Don Tapparo, il cappellano del CAI di Chivasso, poche, semplici e chiare come è uso degli alpinisti, giunsero al cuore di tutti.
All’uscita dalla Chiesa, la gaia brigata, sempre per il maltempo, cercò rifugio nella sala da ballo del luogo che si trasformò presto in salone - restaurant.
Dai sacchi usciva ogni ben di Dio. In un angolo alcuni, armati di buona volontà e coltelli iniziarono a preparare spicchi d’aglio, peperoni e cardi e dopo poco la “bagna cauda” bolliva su due cucinette da montagna. Attorno ai fuochi, attenti a non perdere il turno di intingere nel pentolino, i festosi commensali.
Ormai non c’è più niente, i formidabili appetiti sono calmati, le tavole spariscono d’incanto, i musicisti accordano gli strumenti e la sala da ballo torna…..sala da ballo. Chitarra e fisarmonica attaccano una canzone dietro l’altra. I vecchi ( di alpinismo, non d’età ) chiacchierano seduti lungo le pareti (vogliono mantenere la dignità) mentre i giovani sono immersi in tutti i balli possibili, dalla “Monferrina” all’indiavolato “Boogy – voogy”.
Due soli stanno in disparte e confabulano fra di loro, il presidente ed il segretario. Che ci sarà?, Ecco risuona un fischio e tutti si fermano, il segretario sale su un tavolo e comincia la lotteria. Si estraggono i numeri tra l’ansia generale ( perdinci, c’era in palio anche un paio di bastoncini da sci) I premi furono graditi a tutti anche al nostro macchiettista che vinse una scatola di cipria.
Dopo di che si uscì a respirare l’aria di montagna con le visite programmate a Vico e Drusacco per conoscere la bellezza della Valchiusella, bellezza cambiata , ma non smorzata dalla pioggia.
Alle 16, al ritrovo a Meugliano, si presero d’assalto le castagne ed il vino nuovo all’Osteria del “Ramo Verde”. E’ naturale che, tra i cardi e le castagne, si sentisse il bisogno di inumidire l’ugola, ed è abbastanza naturale che qualcuno l’abbia inumidita un po più del necessario.
Tra l’allegria generale e l’ammirazione dei ragazzi del luogo, la giornata terminò con lo spettacolo pirotecnico e, in un momento di tregua della pioggia, con la partenza dei palloni; a onor del vero, di un pallone, perché l’altro dopo pochi metri ricadde.
La giornata era finita, bisognava rientrare. Un saluto al parroco e agli abitati di Meugliano, una spinta al camion e via!!
Ora pioveva davvero, si provò a distendere il telone ma sotto mancava l’aria e venne riposto sulla cabina ed i Caisti poterono far echeggiare nell’aria già buia le loro canzoni ed il loro “inno nazionale”( parlo per chi non lo sapesse della ”Bela Tolera”).
Sul camion che ci riporta a casa, nessuno protesta per l’acqua che vien giù e mentre Don Tapparo racconta sottovoce le vicende di guerra, io conto i paeselli attraversati e mi accorgo che oggi, 28 Ottobre, è finalmente una giornata di pioggia e nulla più, come una volta.
La tradizione del Convegno sezionale annuale, l’Ottobrata, si è ripresa e svolta ininterrottamente dall’anno 1950, anno 1 ad oggi.
Dall’inizio, le Ottobrate si sono tenute in località proposte annualmente dalla Sezione dove festeggiare la ricorrenza con interessanti visite a città, monumenti, centri di cultura. A seguire pranzo sociale e momento celebrativo con la consegna dei riconoscimenti di fedeltà alla Sezione, distintivo “Aquila d’oro” ai soci venticinquennali e “Grolla dell’amicizia” ai soci cinquantennali.
Dal 2009 le Ottobrate hanno sede fissa presso il nostro rifugio Guido Muzio ai Chiapili di Ceresole Reale.